Chi siamo

Come fare il 1° Marzo 2014

Bakeca

Contatti

Padova, la basilica dopo la gru e la torre?

lunedì 28 febbraio 2011

Il Primo Marzo a Padova con in migranti sulla basilica di sant'Antonio

Da MeltingPot
Padova - Migranti sopra la Basilica di Sant’Antonio: da qui non ci muoviamo
Dopo le risposte negative della Prefettura si spostano dal presidio. Sottoscrivete l’appello

Dopo essere stati ricevuti in mattinata dai responsabili della Prefettura con un nulla di fatto per quanto riguarda un impegno a risolvere la situazione dei migranti che da quattro giorni sono accampati in Piazza Antenore, e sulla garanzia di non essere espulsi in attesa della decisione della Procura sulla concessione dei permessi di soggiorno a chi ha presentato denuncia contro i truffatori, i migranti in lotta contro la sanatoria truffa hanno scelto di salire sulla facciata della Chiesa di Sant’Antonio per rimanervi fino a quando non si troverà una soluzione per le loro richieste.

Sopra la Basilica del Santo campeggia lo striscione: NO ALLE ESPLUSIONI.

Sotto è iniziato il Presidio per tutelare la loro iniziativa.

I migranti hanno chiesto ed ottenuto un incontro con i frati della Basilica che si sono detti solidali e si sono impegnati a sollecitare un intervento da parte delle istituzioni.

Nell’assemblea che si è tenuta nel pomeriggio si è deciso di restare per tutta la notte, fino alla manifestazione di domani, Primo marzo ed all’ulteriore appuntamento con il Prefetto.

Le rivendicazioni sono chiare e non possono essere ignorate:

- alla procura, la concessione di un permesso di soggiorno per protezioen sociale;
- alla Prefettura, la garanzia di non essere espulsi in attesa della decisione della Procura;

SOSTIENI LE LORO RICHIESTE SOTTOSCRIVENDO L’APPELLO che verrà consegnato al Prefetto ed alla Procura
scrivi a rspadova@libero.it

STORIA DELLA PROTESTA
La protesta era iniziata venerdì scorso con la decisione dei migranti di sistemarsi con un presidio stabile davanti alla Prefettura per richiedere la sospensione delle esplusioni per chi ha denunciato l’organizzazione criminale che ha agito sulle truffe nella sanatoria.

Fin da venerdì l’Associazione Razzismo Stop invitava tutti ad essere solidali con la protesta, costruendo una presenza stabile attorno al presidio dei migranti.

Sabato, dopo la prima notte, per tutta la giornata si alternavano le presenze al sit-in e al presidio giungeva anche una delegazione dei migranti di Brescia.

Intanto si continuava a far pressione per avere un incontro formale con i rappresentanti della Prefettura.

Dal presidio in questi giorni si è continuato a lanciare l’appello per la giornata del Primo Marzo con l’appuntamento alle ore 17.00 in Piazza Antenore.

L'adesione di Cittadinanzaattiva

Anche quest’anno Cittadinanzattiva aderisce all’appello e allo sciopero dei migranti organizzato dal Movimento Primo Marzo.
...Cittadinanzattiva condivide in pieno il senso dell’iniziativa e rilancia queste proposte:
· l’abrogazione della Bossi – Fini e, in particolare, del nesso tra contratto di lavoro e permesso di soggiorno;
· l’abrogazione del reato di clandestinità e del pacchetto di sicurezza che già oggi rappresentano provvedimenti fuori legge perché in netta contrapposizione con la direttiva europea sui rimpatri;
· il passaggio dal concetto di ius sanguinis a quello di ius soli come cardine per il riconoscimento della cittadinanza e una legge che garantisca l’esercizio della piena cittadinanza a chi nasce e cresce in Italia.

Istruzioni per scioperare il Primo Marzo

In Italia lo sciopero è un diritto individuale (art. 40 Costituzione italiana e definito dalla giurisprudenza successiva come un diritto soggettivo pubblico). Secondo la legislazione italiana sul lavoro, lo sciopero è legittimo se ha come scopo la protezione e la difesa degli interessi collettivi dei partecipanti. È questo il caso del 1 marzo, giornata in cui è indetto uno sciopero contro la legge Bossi-Fini, poiché essa colpendo i lavoratori migranti rende tutti più ricattabili. Questo significa che in teoria tutti avrebbero il diritto di scioperare il 1 marzo, anche senza la proclamazione da parte dei sindacati. Il modo però in cui in Italia è stato fino ad ora esercitato il diritto di sciopero può rendere questa possibilità aleatoria. E’ importante dunque che il lavoratore che intendesse scioperare il Primo Marzo agisca con una certa cautela e si assicuri una tutela sindacale o una copertura legale
Ecco come fare per avere la copertura sindacale:
 se nel luogo di lavoro esistono dei delegati sindacali e una RSU, chiedete ai delegati di dichiarare lo sciopero aderendo al comunicato che trovate allegato. In questo caso tutti i lavoratori e le lavoratrici di quel luogo di lavoro potranno scioperare senza alcun problema. Decidete le ore di sciopero in base alle condizioni interne.
 se i delegati sindacali non sono d’accordo con lo sciopero, rivolgetevi direttamente al vostro sindacato di appartenenza e pretendete che vi garantiscano la copertura: ricordate che il diritto di sciopero non è nelle mani dei sindacati, ma di tutti i lavoratori. I sindacati, grandi e piccoli, devono rispondere alle richieste dei lavoratori.
 se nel luogo di lavoro non c'è una RSU e volete fare lo sciopero da soli o insieme ad altri vostri compagni di lavoro, cercate sostegno recandovi direttamente al vostro sindacato o in uno dei comitati primo marzo vicini a voi o dei coordinamenti migranti e associazioni che partecipano alla mobilitazione del 1 marzo.
 se sul vostro posto di lavoro non c’è nessun sindacato o se voi non siete iscritti a nessun sindacato potete scioperare la stesso, ma contattate uno dei comitati primo marzo vicini a voi o dei coordinamenti migranti e associazioni che partecipano alla mobilitazione del 1 marzo per entrare in contatto con quelle organizzazioni sindacali che hanno deciso di coprire chi decide di scioperare il primo marzo.
Lo sciopero è un vostro diritto: potete scioperare anche senza l’appoggio di un sindacato: è però importante che vi assicuriate di avere assistenza legale nei giorni successivi.
 Tutti coloro che scioperano devono raggiungere il 1 marzo i presidi e le manifestazioni indette nelle diverse città. In questo modo non rimarranno soli e potranno cercare aiuto in caso di problemi.
Lo Sciopero è un tuo diritto, pretendi di esercitarlo!


All’attenzione dell'Ufficio del Personale della
Nome azienda/luogo di lavoro:
…………………………………………………………………………………………………

Indirizzo:
…………………………………………………………………………………………………


Oggetto: Proclamazione di otto ore di sciopero per 01/03/2011

Si comunica che, in occasione del “Primo marzo – Giornata senza di noi” che si svolgerà in Italia, viene indetto uno sciopero di otto ore contro il razzismo, per l'abrogazione della legge Bossi-Fini e del “contratto di soggiorno per lavoro”.
La crisi economica colpisce i lavoratori e le lavoratrici senza distinzioni, con cassa integrazione e licenziamenti. Ma, a causa del legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro, istituito dalla legge Bossi-Fini, per i lavoratori migranti la crisi determina anche il rischio di perdere il permesso: i lavoratori migranti non potranno rinnovare il permesso di soggiorno se perderanno il lavoro o se non raggiungeranno la quota di reddito prevista dalla legge. Così, la legge Bossi-Fini ricatta i lavoratori migranti, costringendoli ad accettare mansioni più dure, meno diritti, salari più bassi. Questo alimenta il razzismo e si ripercuote nei luoghi di lavoro con effetti negativi per tutti. Per questo, lo sciopero del primo marzo è indetto come sciopero di tutti i lavoratori, migranti e italiani, per l'abolizione della legge Bossi-Fini e del “contratto di soggiorno per lavoro”.

Il Primo Marzo dedicato a Noureddine Adnane


NOUREDDINE ADNANE. LA TUA PALERMO TI HA VISTO MORIRE NEL SILENZIO, MA VIVRAI NEL NOSTRO RICORDO E NELLA NOSTRA LOTTA
Il Comitato Primo Marzo di Palermo e il movimento nazionale tutto

“Una giornata senza di noi - Sciopero degli stranieri”,
in memoria di Noureddine Adnane.
“Oggi abbiamo versato lacrime, gocce che hanno riempito quel vaso che contiene tutta la nostra voglia di cittadinanza palermitana. Questa città è la nostra unica motivazione, che ci consola dal trovarci lontani da un ambiente familiare, quello dei nostri paesi lontani. In 25 anni e senza che l'Amministrazione se ne accorgesse, Palermo è diventata è la nostra città”.
“E' difficile spiegare il nostro legame con Palermo. Pur nel disaggio e nel ricatto delle leggi italiane sull'immigrazione, pur nell'abbandono da parte dell'Amministrazione locale, pur nella negazione del diritto di rappresentanza sociale e politica, pur nella mancanza di una democrazia partecipata, pur nell'esclusione dalla produzione culturale, pur nella negazione continua dei diritti e della dignità dell'uomo, pur nella mancanza di riconoscenza della nostra sfera spirituale, pur nell'assenza di spazi per celebrazioni ed eventi culturali, noi abbiamo scelto di vivere qui. Abbiamo scelto di contribuire al tessuto economico ed urbano della città. Abbiamo valorizzato il centro storico, in anni in cui veniva considerato un luogo inaccessibile”.
“Noi migranti non ci lasceremo convincere che questo luogo incantato possa essere solo di chi per caso, per le circostanze o per volontà divina, per diritto vi sia nato e cresciuto, perché Palermo è la città madre dei nostri figli, dei nostri fratelli, dei nostri amici”.
“Le nostre lacrime non sono lacrime di dolore, bensì di commozione ed emozione perché la morte di Noureddine ha risvegliato la nostra coscienza di cittadini. Vogliamo cercare la coesione sociale per il bene comune: sentirci uniti, come palermitani e come migranti”.
“Ringraziamo le forze politiche e sociali a noi vicine in questo momento di dolore, perché sono la sintesi dell'impegno civile e politico a Palermo, una città dove siamo sicuri che ci sarà un futuro più giusto per tutti”.
Noureddine, la tua Palermo ti ha visto morire nel silenzio, ma vivrai nel nostro ricordo e nella nostra lotta”.

Una poesia per il Primo Marzo

La propone Daniele Barbieri nel suo blog.
domani è il primo marzo (“Un giorno senza di noi“) e, come l’anno scorso, questo piccolo blog è a disposizione di chi vuole raccontare o riflettere sulla mobilitazione dei migranti e degli antirazzisti. Mi piace riproporrela bella poesia che Pabuda aveva scritto un anno fa (db)

Noi e loro: separati da un foglio di carta,

duro e buio come la cattiveria.

noi e loro,

transennati in code incomunicanti

per accedere ai comuni incubi delle questure.

noi e loro,

lacerati da un debito plurisecolare:

loro non lo sanno calcolare,

noi non sappiamo come fare per ripagare!

noi e loro,

intimiditi da timori subliminali,

ch’a volte montano in paure e terrori.

noi e loro:

racchiusi in recinti dialettali,

con apposite, separate, pietanze e preghiere e rosari e candele.

noi e loro, distanziati:

nei cud, nei rid, nei bot e cct e nella frequenza

dei test di gravidanza.

noi e loro, divisi, sembriamo un triste fenomeno da baraccone

e ci ammaliamo di vergogna.

noi e loro, uniti e mescolati,

saremo, almeno per un giorno, una novità strabiliante.

ci sarà, tra noi e tra loro, qualcuno

che più degli altri ci prenderà gusto

e pretenderà di replicare la mescolanza unita

ogni santo giorno:

è quello che si chiama “il punto di non ritorno”.

Primo Marzo a Perugia

L'appuntamento è in piazza IV Novembre alle 17. Portate qualcosa di giallo: un nastrino, una sciarpa, un ombrello....



Primo Marzo a Sassari

VIETATO CALPESTARE I DIRITTI
Cosa succederebbe se i quattro milioni e mezzo di immigrati che vivono in Italia decidessero di incrociare le braccia per un giorno? E se a sostenere la loro azione ci fossero anche i milioni di italiani stanchi del razzismo?

Anche quest'anno Sassari, come numerose città in Italia, si mobilita il 1 Marzo per dire no al razzismo, sulla scia del movimento che in Francia, dal 2008, organizza la Journée sans immigrés: 24h sans nous, lo sciopero degli immigrati. Migranti e italiani, assieme, saremo in piazza, a mostrare con la nostra presenza l'urgenza che sentiamo: vogliamo porre limite alle discriminazioni e lavorare per colmare le disuguaglianze. Lo facciamo tutti i giorni, ma dedichiamo una giornata alla nostra città, per renderla plurale e aperta. Per far sentire la nostra voce, tanto più ora che sulle nostre coste arrivano giovani con la loro domanda di futuro. Il vento del cambiamento si può alzare anche dove sembra più difficile.
Lo scorso Primo Marzo oltre 300mila persone si sono mobilitate in tutta Italia per dire no al razzismo, alla legge Bossi-Fini, al pacchetto sicurezza, ai CIE, e per affermare una società più giusta. In molte città lavoratori italiani e migranti hanno scelto di scioperare insieme, uniti dalla consapevolezza che il razzismo istituzionalizzato, le politiche di esclusione, lo sfruttamento del lavoro, le violazioni dei diritti sono tasselli di un’unica strategia repressiva che, a partire dai più vulnerabili e ricattabili, aspira a colpire tutti e a imporre la precarietà come orizzonte di vita. La responsabilità di questa deriva razzista ci coinvolge tutti. Una società che si abitua alle disuguaglianze è destinata a perdere il senso della giustizia.
La manifestazione partirà alle ore 16.30 da Piazza del Comune, proseguirà con un breve corteo per Corso Vittorio Emanuele e si concluderà con un sit-in in Piazza Azuni dalle 18.00 in poi.
Alle ore 17.00 una delegazione del comitato entrerà nella sala consiliare del Comune di Sassari per leggere e consegnare ai membri del Consiglio Comunale, riuniti in seduta, un documento con le rivendicazioni e le proposte che il comitato porta avanti. Corteo e sit-in saranno animati dai percussionisti dell'Associazione “Amico del Senegal Batti Cinque”.
Migranti e stanziali, residenti e di passaggio, chiunque abbia a cuore la tutela dei diritti, condivida il rifiuto del razzismo e voglia manifestare il proprio desiderio di una società più equa, è invitato a partecipare all’iniziativa, per dimostrare quanto sia determinante la presenza dei migranti per lo sviluppo culturale, sociale, economico e politico delle società.
Il razzismo è una brutta storia. Raccontiamone un’altra!

COMITATO PRIMO MARZO SASSARI
Per informazioni:
- email primomarzo2010sassari@gmail.com
- gruppo facebook http://www.facebook.com/group.php?gid=312413316355
- sito ufficiale http://primomarzo2010.blogspot.com

Primo Marzo a Verona

1 marzo 2011 Corteo a Verona alle 13,30
Da Piazza Toscana (Porta Vescovo)

Il Coordinamento migranti di Verona, il comitato immigrati in italia insieme al sindacato di base Cub e Cobas e al comitato primo marzo organizzano per martedì 1° marzo una manifestazione a Verona con partenza alle ore 13,30 da P.zza Toscana.
Dopo la rivolta degli immigrati a Rosarno a gennaio 2010 , la lotta del 01 marzo 2010, lo sciopero degli immigrati del 29 ottobre 2010 e le lotte di Brescia e di Milano riprendiamo una iniziativa a carattere nazionale con una manifestazione a Verona per martedì 1° marzo per tenere la guardia alta nei confronti di chi vuole far dimenticare la sanatoria truffa.

Rivendichiamo:
Asilo politico ai rifugiati in fuga dalle guerre, dalla fame e dalle dittature.
Permesso di soggiorno per tutti quelli che hanno pagato per la sanatoria 2009
Diritto di voto agli immigrati che risiedono in Italia da più di 5 anni.
Cittadinanza ai nati in Italia.
Prolungamento del permesso di soggiorno per chi ha perso il lavoro.
Contro il ritardo del consegno del permesso di soggiorno.
Diritto alla casa, all’istruzione, alla sanità, al reddito per tutti.
Coordinamento Migranti di Verona
Inf: 0458030948, 3894904270, e-mail: coordinamentomigrantiverona@yahoo.it
Confederazione Unitaria di Base
Viale Lombardia, 20 - Milano
Tel 02.70631804 – cub.nazionale@tiscali.it - www.cub.it - www.cubvideo.it

Il 1° Marzo a Reggio Calabria dura sette giorni!

1 marzo
ore 12.00, scalinata teatro cilea: rivoluzioni mediterranee, flash mob creativo
ore 20.00, random musiclub: cinemagnolia 1 marzo, a cura di Magnolia Onlus
Persepolis
a seguire il sapore del mondo: cena interetnica con piatti di africa, filippine, ecuador e seychelles
a… cura di comunità migranti reggine

2 MARZO
ore 18.00, Piazza San Giorgio al corso: a lezione dagli stranieri – full immersion lingua araba, wolof, bambarà ecc.
a cura di comunità migranti
pay me with a smile: spettacolo di giocoleria a cura di Giocolereggio

3 MARZO
random musiclub
ore 18.00: calabresi con il mal d’africa, testimonianze a cura di bandafalò, gente d’africa e karibu
mostra fotografica Bandafalò for Afrika. Quarta missione
Apericena a cura del random
ore 21.00: …se mi basta un soffio per farmi sentire, reading di poesia africana (testi a cura di romina arena)
ore 22.00: suoni mediterranei
MIMMO MARTINO voce – MARIO LO CASCIO chitarra
Enzo Petea fisarmonica – Gianni Squillacioti percussioni

diretta web su LiberaReggio.org

gli eventi (1-7 marzo)
il fotoreportage: “rosarno, anno uno” – mostra al tapis roulant di G. Pennisi
calcetto antirazzista: in campo migranti e associazioni
il primo marzo on line
sondaggio, interviste, inchieste, fotografie e filmati a cura di LiberaReggio.org

1° Marzo a Rosarno, in memoria di Marcus

domenica 27 febbraio 2011

Una giornata insieme, a Rosarno, nel campo d'accoglienza per ricordare Marcus, il lavoratore gambiano, morto a novembre scorso. A portarlo via, a 37 anni, una polmonite dovuta alle condizioni estreme in cui viveva nelle campagne della piana di Gioia Tauro. Le stesse in cui vivono i migranti che vediamo ogni mattina sulla statale, col cappuccio in testa e le mani sotto le ascelle, rigidamente divisi: i neri coi neri, i maghrebin...i coi maghrebini, gli europei con gli europei. Divisi tra di loro e soprattutto divisi da noi, ignorati dai più. Come se non fossero qui perché noi tutti abbiamo bisogno del loro lavoro, come se fossero delinquenti. A nessuno interessa chi sono: padri, figli, studenti, contadini, operai, ma anche ingegneri, gente di paese e gente di città.
Con la rivolta, che ha aperto un fossato tra noi e loro, erano usciti dall'invisibilità, ma lì sono stati ricacciati: la Rognetta non c'è più, l'Opera Sila "bonificata", la Cartiera murata, come a cancellare con la gomma la loro presenza dai luoghi divenuti simbolo dell’abbandono, della colpevole indifferenza di chi ha mal governato. Molti ora sono lontani, isolati nelle campagne e in giro il meno possibile, che c'è sempre il rischio d'essere fermati dalle forze dell'ordine, gli ultimi proprio pochi giorni fa, arrestati alle sei del mattino perchè senza permesso di soggiorno...
Altri, pochi, più fortunati perchè regolari, recintati dentro scatole di latta, come se l'emergenza umanitaria non investisse anche gli altri. Una soluzione che speriamo sia davvero temporanea, in attesa di soluzioni abitative diffuse che consentiranno ai migranti di abitare in quelle case, spesso fatiscenti, che noi teniamo sfitte e che potranno essere ristrutturate con quelle ingenti risorse oggi impiegate per la repressione e la separazione: una riqualificazione urbana che gioverà a tutti e un'integrazione vera ottenuta anche attraverso il finanziamento di corsi d'italiano che potranno dare lavoro a quei tanti insegnanti che oggi non ce l'hanno.
Proviamo per un attimo ad essere loro, a immaginare di vivere come loro: le mattinate al freddo e alla pioggia ad aspettare, le giornate a raccogliere con l'acqua che cola lungo le maniche, e sempre al freddo, il ritorno la sera in posti dove la fatica per ripararsi è forse maggiore di quella che si fa nei campi, il pensiero delle famiglie lontane che non vedono da anni.
Sicuramente capiremmo chi sono quelli che vengono chiamati clandestini, che i criminali non sono quelli che scappano da guerre e dittature ma quei tiranni con le mani insanguinate che l'Italia accoglie con tutti gli onori: come fu per Gheddafi a Roma poco tempo fa. Eppure per sapere chi era Gheddafi non era necessario aspettare le migliaia di morti di questi giorni: bastava parlare con molti degli Africani di Rosarno, che per la Libia ci sono passati, spesso imprigionati e torturati.
Forse siamo ancora in tempo per conoscere le loro storie e scoprire con stupore, quanto siano simili alle nostre. Forse addirittura potremmo parlare anche di altre cose, scoprire che anche loro come noi hanno pensieri e sentimenti da scambiare. Forse potremmo anche imparare cose belle delle loro culture, conoscere la loro musica e la loro cucina e, perché no? vederli ballare la tarantella.
Lo faremo il Primo Marzo dalle 18 in poi, al campo dei container, da pomeriggio a sera. Ci prenderemo il tempo di stare insieme, bianchi e neri, tanti colori, tante voci, musiche e cibi...
Quel posto trasformato in una piazza dove chiunque sarà davvero accolto, senza barriere senza paure. Per Marcus, come se fosse ancora qui a ridere e scherzare con noi .

Osservatorio Migranti “AfriCalabria” Rosarno
C.S.O.A “A. Cartella”
EquoSud
Kollettivo Onda Rossa
Rinascita per Cinquefrondi

Per adesioni scrivere a africalabria@gmail.com, oppure direttamente sul gruppo dell'Osservatorio AfriCalabria “Gli africani salveranno Rosarno” http://www.facebook.com/group.php?gid=17372039969

Il Primo Marzo contro i regni della paura

sabato 26 febbraio 2011

Questo appello è stato lanciato dal Coordinamento Migranti di Bologna. Lo rilanciamo dal nostro blog, nella convinzione che questo Primo Marzo debba per forza di cose intrecciarsi con le rivoluzioni nordafricane di questi giorni. D'altra parte c'è un filo che lega i soldi, il petrolio e la guerra unilaterale che l'Europa ha dichiarato agli immigrati.

«Non bisognava aspettare oggi per sapere che i cosiddetti regimi moderati del Mediterraneo avevano tra i loro compiti anche quello di reprimere la libertà di movimento dei migranti. Notizie drammatiche giungono però in queste ore dalla Libia, dove il governo di Gheddafi sta reprimendo in un bagno di sangue le legittime proteste di quello che fino a ieri chiamava il suo popolo. Non dimentichiamo che il governo Libico è stato ed è ancora un caposaldo delle politiche migratorie italiane e quindi europee. Per anni i governi italiani hanno stretto patti con il governo libico per poter esternalizzare il lavoro sporco di repressione dei migranti che cercano di raggiungere l'Europa. Il risultato sono stati migliaia di morti nel deserto libico, migliaia di detenuti nei centri di detenzione libici, senza alcun diritto, esposti alla mercé di un regime che oggi mostra a tutti il suo volto bombardando i manifestanti.
Di fronte a tutto questo non possono esistere titubanze, non esistono "se e ma". Bisogna scegliere ancora una volta da che parte stare: o in nome della difesa di una politica basata sui decreti flussi si continuerà a cercare l'appoggio di chiunque purché fermi i migranti, oppure si mette la parola fine alle politiche inaugurate con gli accordi di riammissione e le politiche dei respingimenti.
Il silenzio e le titubanze del governo italiano e di molte forze politiche, preoccupate soprattutto da ipotetiche "invasioni" o da nuovi sbarchi, mostrano le ipocrisie della politica italiana. A tutti loro vorremmo dire che la loro preoccupazione ha consegnato per anni i migranti nelle mani della repressione più dura, contravvenendo a tutte le leggi internazionali, senza alcun rispetto per i diritti umani. E' ora di dire basta, e di rispondere in massa: non sono solo le politiche portate avanti all'interno dei confini italiani che ci riguardano, ma anche ciò che il governo italiano fa e promuove fuori dall'Italia. Dietro la maschera della cooperazione l'Italia e l'Unione Europea sono responsabili delle politiche portate avanti da governi dittatoriali contro i migranti e tutti i loro cittadini, cui viene fornito appoggio militare, economico e tecnico. Con inqualificabile cinismo, in queste settimane, di fronte alla lotta per la libertà di centinaia di migliaia di uomini e di donne, l'unica preoccupazione è sembrata essere una fantomatica invasione di disperati. Non c'è nessuna invasione. Basta con i regni della paura in Italia e in LIbia. Quegli uomini e quelle donne seguono con coraggio la speranza della libertà e di una vita migliore. C'è chi teme i califfati alle porte dell'Italia e il fondamentalismo islamico, mentre tutto ciò che si vede è un sano integralismo della libertà.
Abbiamo già affermato lo stretto legame che esiste tra le lotte per la libertà in Africa e le lotte dei migranti in Europa. Il primo marzo sarà una giornata di sciopero e mobilitazione del lavoro migrante, contro il ricatto della Bossi-Fini, contro il razzismo istituzionale e per i diritti di tutte e tutti. Dopo la mobilitazione dello scorso anno, dalla rivolta dei braccianti a Rosarno alle sciopero e alle proteste della gru a Brescia e della torre a Milano, quest'anno i migranti torneranno a essere protagonisti in prima persona. Con loro ci saranno tanti lavoratori e lavoratrici italiani, studenti e studentesse. Una protesta che si sta allargando a diversi paesi europei: lo scorso anno la Francia, la Grecia e altri, quest'anno l'Austria, perché lo sciopero dei migranti parla della possibilità di difendere ed estendere i diritti di tutte e tutti.
Rivolgiamo a tutti un appello affinché questa giornata dalla parte dei migranti sia anche una mobilitazione generale contro la repressione in atto e quelle a venire e contro le politiche europee di complicità con regimi sanguinari. Oltre a portare in piazza le rivendicazioni contro la Bossi-Fini e il razzismo istituzionale in Italia, il primo marzo sarà anche un'occasione per esprimere il nostro appoggio a queste rivolte di uomini e donne liberi di scegliere il proprio destino.
Noi chiediamo:
- la fine di ogni appoggio finanziario, logistico e militare finalizzato alla repressione dei migranti, a partire dall'accordo con la Libia;
- la fine della politica dell'esternalizzazione dei confini europei attraverso finanziamenti e accordi con governi confinanti per reprimere i migranti per conto dell'Unione Europea;
- la chiusura dei CIE e di tutti i centri di detenzione finanziati dall'Italia in Libia e in altri paesi;
- la soppressione di Frontex, unico corpo militare europeo esistente, che viene utilizzato per tentare di fermare i migranti, costringendo ogni volta a cercare altre vie più pericolose;
- la fine dei tentativi di respingimento che non hanno avuto altro risultato che aumentare il numero dei morti nel Mediterraneo.»

Primo Marzo a Terni

Il Comitato Primo Marzo si è costituito anche a Terni; vi chiediamo di aderire in vista delle iniziative future e di partecipare adesso alle manifestazioni di Roma e Perugia.

Questo è il nostro indirizzo mail: 1marzoterni@gmail.com

Il Primo Marzo in tutta Italia manifestiamo per dire NO al razzismo, al pacchetto sicurezza, ai CIE e ai ricatti; per dire SI ai diritti, al lavoro, alla libertà, alla dignità in una società multiculturale e più giusta.

La situazione italiana di oggi è diversa da quella di un anno fa e forse ancora più grave. Gli effetti della crisi si sentono sempre di più e colpiscono soprattutto i migranti: in migliaia rischiamo di perdere il permesso di soggiorno e chi ho non lo ha viene condannato al lavoro nero e rischia essere indicato come un criminale.

In questa situazione l’attuale Legge è inadeguata e ipocrita; non combatte la clandestinità, ma la crea. Per oltre 50.000 migranti, vittime della “sanatoria truffa”, non è stata trovata ancora una soluzione. Nel frattempo il Governo ha lanciato ancora una volta la “lotteria dei flussi”, che – sappiamo tutti – funziona come sanatoria mascherata. C’è anche in problema della cittadinanza: i giovani nati o cresciuti in Italia continuano a non avere una legge che riconosce loro i diritti. Inoltre, molti familiari (tra 18 e 65 anni), rimasti all’estero, non possono essere ricongiunti e, se presenti, hanno problemi ad avere l’assistenza sanitaria.

I migranti sono una forza, per motivi economici, sociali, culturali e politici. Con le tasse si contribuisce alle casse dello Stato. Senza i migranti l’assistenza alle persone, l’edilizia, l’agricoltura, le pulizie ed i trasporti si fermerebbero. Senza di noi l’intero paese sarebbe in una situazione peggiore di quella attuale.

Le rivoluzioni di piazza che stanno attraversando il Nord Africa ci dicono che c’è un’aspirazione alla libertà e alla dignità che non può essere fermata; la loro lotta parla del diritto di tutti a scegliere dove stabilire la propria residenza e di decidere del futuro della società dove vivono.

A Terni il 1° marzo 2011 alle ore 12.00 vi inviamo a fermarvi un minuto, ad incrociare le braccia, per riflettere e per pensare che se in quel minuto i migranti non ci fossero tutto si fermerebbe.

Primo Marzo in Alto Adige

Cosa succederebbe se i 5 milioni di immigrati che vivono in Italia decidessero di incrociare le braccia per un giorno? E se a sostenere la loro azione ci fossero anche i milioni di italiani stanchi del razzismo?
Gli immigrati versano quasi 11 miliardi in contributi e tasse (l’11% della ricchezza nazionale) ma ricevono solo 7 miliardi e mezzo in servizi e quando perdono il lavoro perdono anche il diritto di restare in Italia.
Anche quest’anno il Primo Marzo deve essere una giornata di mobilitazione nazionale e internazionale volta a unire immigrati e autoctoni.
Insieme per la dignità, il lavoro e i diritti.
Per una legge provinciale che integri e non discrimini.
Chiediamo:
l’abolizione della legge Bossi-Fini,
il diritto di cittadinanza per le seconde generazioni,
il diritto di voto amministrativo per i lungo soggiornanti.
Partecipa anche tu:
Bolzano p.za della Mostra ore 12,30-20
Bressanone Sotto i portici ore 10.00 17.00

Aderiscono alla giornata 1° marzo 2011:
Rete dei Diritti dei Senza Voce,
Associazione Porte Aperte Offene Türen
Donne- nissa
Ponte per l'integrazione,
Jinnah Pachistana,
Consulta immigrati di Bolzano,
Consulta immigrati di Merano,
Studenti Consapevoli - Berwusste schueler
Associazione Pax Christi Punto Pace Bolzano
Popolo Viola,
ANPI,
OEW,
CGIL,
FIOM,
UIL-SGK
Rifondazione Comunista,
Sinistra Ecologia e Libertà,
Gruppo Migrante dei Verdi,
Partito Democratico (PD)

Welcome, l'appello di Reggio Emilia

Reggio Emilia - 1° marzo mobilitazione e sciopero
Dal Nordafrica all’Italia all’Europa, cambiamo il sistema!
Corteo cittadino, concentramento stazione dei treni ore 9.30
ore 11.30 Piazza Casotti



Dal Nordafrica all’Italia all’Europa, cambiamo il sistema!
Come nel 2010 la mobilitazione di antirazzisti e migranti del primo marzo percorrerà le vie della nostra città. Un anno esatto è passato da quando i truffati dalla sanatoria gridavano la loro rabbia davanti alla prefettura di Reggio Emilia aprendo il corteo del primo marzo nella nostra città.
Da allora tante battaglie per il riconoscimento dei diritti dei cittadini di origine straniera si sono avute in tante città ed in tutto il paese.
Vogliamo che la mobilitazione del 1° marzo 2011 sia tappa non disgiunta dalle lotte che hanno visto uniti negli ultimi mesi operai, studenti, ricercatori e lavoratori precari contro il piano di riorganizzazione autoritaria e razzista della società.
Perché quella che l’anno scorso fu la giornata “senza di noi” sia invece oggi il giorno del NOI migranti, NOI lavoratori, NOI precari, NOI studenti, NOI disoccupati. Tutti noi che ci ribelliamo al sistema imposto dal modello Marchionne Gelmini, Maroni per costruire insieme una uscita dalla crisi, cioè un alternativa comune. Perché l’accumulo di lotte dei e delle migranti sia patrimonio di tutti e insieme metterci in cammino per conquistare la regolarizzazione permanente, ottenere giustizia dalla sanatoria truffa e dall’oscena lotteria dei decreti flussi e dei “click day”, liberarsi dal lavoro schiavistico e da una vita a punti, affermare il diritto all’apprendimento della lingua, per il diritto di voto e la cittadinanza piena nella società e nei luoghi di lavoro, piegare i confini dell’Europa e imporre un diritto d’asilo europeo.
Il primo marzo sarà una tappa di costruzione di questo percorso,invocheremo lo sciopero generale e generalizzato come inizio verso la costruzione della democrazia, della cittadinanza aperta ed includente per un nuovo welfare, per uno statuto dei diritti e per un Europa accogliente.
A Reggio Emilia saremo insieme ai lavoratori e alle lavoratrici migranti e non della coop. GFE che da mesi si oppongono al ricatto stile Fiat messo in piedi contro di loro dalla dirigenza Snatt, ai migranti truffati dalla sanatoria, ai muratori sfruttati nei cantieri edili, ai nostri fratelli e alle nostre sorelle che in questi giorni scendono in piazza per sostenere le lotte per la democrazia nei loro paesi di origine e a tutti quelli che vogliono costruire un alternativa a questo sistema economico e finanziario predatore e devastatore di umanità e ambiente.
In Tunisia, Egitto, Libia e non solo i cittadini reclamano democrazia perché stanchi di vivere impoveriti e oppressi da regimi autoritari , costretti a dover migrare forzatamente. La scelta di ribaltare gli assetti politici e sociali dei loro paesi ha rotto i dispositivi di controllo delle frontiere.
Contro una politica che trasforma la libertà in paura sventolando la bandiera dell’emergenza (in realtà funzionale ad attuare nuove forme di restrizione e detenzione rinchiudendo i migranti nel sud Italia) lanciamo a Reggio Emilia la campagna “Welcome”: affermare insieme e dal basso un diritto di asilo europeo contro le frontiere interne all’Europa che negano la libertà di scegliere dove stabilirsi .
Welcome a chi arriva, urlare a gran voce la fine dei bombardamenti in Libia, la fine del massacro diventato ormai una vera e propria guerra contro i civili.
Welcome, che crollino le mura dell’Europa fortezza, che crollino gli accordi con la Libia. Accordi in cui i migranti sono stata merce di scambio e che ben rappresentano l’esternalizzazione delle frontiere.
La ferocia di Gheddafi non è purtroppo una novità di oggi.
Ben ricordiamo quante persone sono state violate, picchiate, imprigionate, derubate, scomparse nel tentativo di raggiungere le nostre coste!
E quante le persone che l’Italia ha rimandato indietro a morire!
Perché questo primo marzo 2011, dei migranti e non solo, sia “Welcome” a Reggio Emilia, dobbiamo metterci in movimento; rigettando dal basso gli accordi Italia-Libia ben rappresentati, anche nella nostra città, sia dalla Presidente della provincia che nell’agosto del 2009 fece una visita-omaggio a Gheddafi, sia dallo stesso Sindaco che nel 2010 ricevette l’ambasciatore Libico.
Il primo marzo vogliamo anche che la provincia, la città di Reggio Emilia rigetti pubblicamente gli accordi Italia- Libia, ancora esistenti, e si mobiliti per la fine delle azioni di guerra nei confronti dei civili.

Uniti Contro la Crisi – Reggio Emilia

Primo Marzo a Pavia


Gli studenti scioperano a Bologna

Riceviamo dai ragazzi dell'IPSIA Fioravanti di Bologna:
«Il primo marzo 2011 in tutta Italia migliaia di lavoratori e lavoratrici, migranti e italiani, sciopereranno contro la legge Bossi-Fini, il pacchetto sicurezza, i CIE e il razzismo istituzionale. Anche noi studenti faremo sentire la nostra voce contro il ricatto della legge Bossi-Fini.
Questa legge costringe noi studenti migranti, quando compiamo diciotto anni, a cercare un lavoro per ottenere un permesso di soggiorno, se non vogliamo essere espulsi dal paese. Se vogliamo studiare all’università, dobbiamo essere più bravi degli italiani perché, per mantenere il permesso di soggiorno per studio, siamo costretti ad essere in regola con gli esami. Noi migranti non possiamo nemmeno lavorare per mantenerci all’università, perché la legge Bossi-Fini ci permette di lavorare legalmente solo per un certo numero di ore. La gran parte di noi, allora, frequenta istituti professionali perché è la strada più breve per ottenere un lavoro e di conseguenza poter rimanere in questo paese.
NOI NON NE POSSIAMO PIÙ DEL RAZZISMO ISTITUZIONALE CHE CI VUOLE SOLO COME BRACCIA DA SFRUTTARE!
Eppure siamo nati qui e cresciuti qui, parliamo l’italiano, e dividiamo i banchi di scuola con i nostri compagni italiani. Nonostante ciò, ci vogliono dividere.

NOI TROVIAMO RIDICOLA LA LEGGE SULLA CITTADINANZA CHE CI CONSIDERA STRANIERI, ANCHE SE SIAMO NATI IN ITALIA, O VIVIAMO QUI DA MOLTI ANNI, E QUI VOGLIAMO COSTRUIRE IL NOSTRO FUTURO!
Per questo il primo marzo prenderemo parola e sciopereremo insieme ai nostri padri e alle nostre madri. Non saremo soli. Con noi ci saranno tanti studenti italiani con i quali abbiamo lottato in questi mesi contro la riforma Gelmini. Questa riforma colpisce tutti gli studenti, italiani e migranti, perché dietro alla facciata della razionalizzazione vuole rendere la formazione funzionale alle esigenze dei padroni, vuole formare lavoratori sempre più precari e privi di diritti, proprio come la legge Bossi-Fini. Il futuro di precarietà e ricattabilità a cui la riforma Gelmini prepara gli studenti, è già una realtà per noi studenti migranti. Per questo il primo marzo noi studenti, italiani e migranti, stiamo dalla parte dei migranti e scioperiamo contro la legge Bossi-Fini.
Per tutte queste ragioni lotteremo per difendere l’istituto professionale Fioravanti, composto per l’80% da studenti migranti. Grideremo e urleremo che i nostri compagni del Fioravanti non sono studenti di serie B. Faremo sentire la nostra voce assordante a chi vuole farli tacere perché ha paura della loro presa di parola. E lotteremo contro chi vuole spostarli fuori dalla città. È dall’Istituto Fioravanti, come simbolo della creazione di scuole di serie A e scuole di serie B, che vogliamo cominciare un percorso di riflessione e di azione per sfondare la facciata ipocrita delle politiche di integrazione e lottare contro un sistema scolastico che ci forma solo per essere ricattati e sfruttati.
IL PRIMO MARZO DIREMO CHIARAMENTE CHE NON SIAMO DISPOSTI A FARCI TRATTARE COME GLI
ULTIMI DELLA CLASSE!»

MARTEDI’ PRIMO MARZO - ORE 08:00
DAVANTI L’ I.P.S.I.A. FIORAVANTI
VIA DON MINZONI 17 - Bologna
info laboratorio.onthemove@gmail.com
http://coordinamentomigranti.splinder.com/

L'appello di Brescia

venerdì 25 febbraio 2011

a Brescia, come in Italia, come in Europa UN GIORNO SENZA DI NOI
Tutti, migranti e italiani, sono invitati a scioperare.
Dalle 15 alle 19 appuntamento in piazza Loggia, a Brescia

In provincia di Brescia le persone di nazionalità non italiana sono quasi 200mila, poco meno di un sesto della popolazione complessiva. In Italia e in Europa sono milioni: cosa succederebbe se un giorno decidessero di fermarsi, di non andare al lavoro o a scuola, di non fare la spesa nei supermercati?
Per il permesso di soggiorno per tutte le persone che non vogliono essere clandestine e sfruttate ma che sono state escluse dalla sanatoria del 2009;
per la regolarizzazione e il permesso di soggiorno ai lavoratori e alle lavoratrici in nero;
perché chi ha perso il lavoro non deve perdere anche il permesso di soggiorno;
per il diritto di scegliere dove andare, dove restare, dove vivere, senza discriminazioni;
per una nuova cittadinanza, perché è intollerabile che persino chi è nato in Italia da genitori immigrati venga considerato straniero;
per il diritto di voto.
Perché la discriminazione e la precarietà dei cittadini immigrati rendono precari anche i diritti dei cittadini e dei lavoratori italiani.
Perché di fronte al razzismo che divide, alla crisi e alla precarietà che colpiscono le vite e il lavoro di tutti e tutte, la sola uscita possibile è quella che porta alla conquista comune di nuovi diritti sociali e di cittadinanza, che porta all’estensione del welfare al posto della sua compressione, all’affermazione della dignità al posto dello sfruttamento come garanzia di sviluppo.
Perché il messaggio di libertà e democrazia che i cittadini del sud del Mediterraneo stanno affermando con grandissimo coraggio e determinazione parla anche a tutti e tutte noi.
Per la proclamazione dello sciopero generale e generalizzato, lungo un percorso comune per la democrazia, per una cittadinanza aperta ed includente, per un nuovo welfare, per un nuovo statuto dei diritti, per un’Italia e un’Europa dell’accoglienza.

Il Primo Marzo a Napoli

Iniziativa scuole popolari migranti Cologno Monzese

sabato 26 febbraio 2011 ore 9:00 - 13:00 le scuole popolari migranti di Cologno Monzese organizzano la scuola in piazza, presso il parco Olaf Palme adiacente alla fermata MM di Cologno Sud, via Papa Giovanni XXIII.
Italiani e migranti insieme per far avanzare una sottile striscia di futuro. Storie, riflessioni, immagini del futuro meticcio che stiamo costruendo. Alla ricerca di un nuovo modello di relazioni umane.

Primo Marzo a Catania

Appello del Coordinamento catanese per un 1° marzo migrante e programma della giornata:
«Lo scorso Primo Marzo oltre 300mila persone si sono mobilitate in tutta Italia per dire no al razzismo, alla legge Bossi-Fini, al pacchetto sicurezza, ai CIE. In molte città lavoratori italiani e migranti hanno scelto di mobilitarsi insieme, uniti dalla consapevolezza che il razzismo istituzionalizzato, le politiche di esclusione, lo sfruttamento del lavoro, le violazioni dei diritti sono tasselli di un’unica strategia repressiva che aspira a colpire tutti e a imporre la precarietà come orizzonte di vita. Migranti e italiani hanno dimostrato che è possibile unirsi e prendere l'iniziativa dal basso per reagire ai ricatti. Hanno inaugurato una stagione di lotta, di rifiuto dei ricatti e dello sfruttamento, passata dallo sciopero delle rotonde in Campania alle occupazioni della gru e della torre a Brescia e Milano, da Pomigliano a Mirafiori, dalle mobilitazioni degli studenti allo sciopero dei metalmeccanici , con manifestazioni antirazziste contro la cosiddetta sanatoria truffa a Bologna, Firenze,Trieste ed anche nella nostra città.
Le rivoluzioni di piazza che stanno attraversando il Nord Africa segnalano un’aspirazione all’autodeterminazione dei popoli, che sta portando ad un prevedibile aumento degli sbarchi (per altro mai interrotti) sulle nostre coste.Di fronte a tutto questo la risposta del governo italiano, fedele sostenitore dei peggiori regimi liberticidi(oggi finalmente deposti), è sostanzialmente securitaria : si evoca ancora una volta un inesistente “stato di emergenza” solo per non rispettare il diritto di asilo ed evitare di accogliere le persone che stanno arrivando sulle nostre coste.
In seguito alla venuta di Berlusconi e Maroni a Catania ha preso corpo la scellerata ipotesi di recludere prima i migranti tunisini , poi i richiedenti asilo nel villaggio degli aranci a Mineo, nelle 404 villette dove fino all’anno scorso hanno alloggiato i militari Usa della base di Sigonella; si vuole così portare in porto una vergognosa speculazione, che favorirebbe solo la Pizzarotti spa di Parma, dilapidando così ingenti risorse pubbliche ed impedendo un reale percorso d’inserimento sociale dei richiedenti, problema sconosciuto ad un governo che ha fatto dei respingimenti in Libia e del razzismo istituzionale la sua bandiera.
La tragica morte di Noureddine Adnane, migrante marocchino di 27 anni (con permesso di soggiorno e regolare licenza di ambulante) che si è dato fuoco con della benzina a Palermo chiede verità e giustizia contro i quotidiani soprusi che subiscono i migranti da parte di tanti solerti tutori dell’ordine. Catania è seconda in Italia solo a Napoli nell’indice di penetrazione mafiosa con il 52,4% (rapporto Eurispes 2010), ma secondo gli amministratori locali (responsabili di oltre un miliardo di euro di deficit) è prioritario mettere in stato di assedio corso Sicilia e la Fiera per perseguire non tanto pericolose bande di spacciatori o di estortori, ma alcune centinaia di venditori ambulanti, in maggior parte senegalesi, che vendono vestiario e vari prodotti, di cui alcuni con il marchio contraffatto; inoltre criminalizzando gli irregolari, anziché costruire percorsi di emersione dal lavoro nero, li si spinge nelle mani dei fiorenti poteri criminali. Ci sembra evidente che bisognerebbe risalire alle cause ed individuare a monte la produzione dei marchi contraffatti, ma così si colpirebbero gli interessi della ricca criminalità locale, che ricicla i suoi profitti in tante attività formalmente “regolari”. Facciamo appello a vigilare ed a mobilitarsi contro queste ingiustizie, visto che oramai , nell’Italia delle leggi ad personam, anziché combattere la povertà ci si riduce a far la guerra ai poveri, criminalizzando le vittime e lasciando impuniti i carnefici. Di fronte alla brutalità del razzismo ed alla durezza della crisi sta crescendo la consapevolezza che dobbiamo autorganizzarci e costruire una comune piattaforma di lotta affinché i nostri diritti non siano negati. Per opporci a tutto ciò, dietro l’esempio dei sans papiers francesi, sta crescendo in tutta Europa ed anche in Sicilia la mobilitazione per il 1° marzo».

Martedì 1° Marzo
Alle ore 11 conferenza stampa di fronte l’ingresso del villaggio degli aranci a Mineo
Alle ore 18 presidio antirazzista in piazza Stesicoro
Alle ore 20 proiezione di “La terra e(s)trema” ed assemblea c/o Nievski via Alessi 17

Adesione di Mixa

Ci saremo anche noi in piazza il Primo Marzo.
Non solo per raccontare chi e come parteciperà alla giornata di mobilitazione in difesa degli immigrati e dei loro figli. Ma per ribadire la necessità di aprirsi alla società multietnica che da anni ormai è realtà nel nostro Paese. Per promuovere il concetto di nuova cittadinanza che riguarda tanto gli stranieri quanto gli italiani. Questo non significa sovvertire i nostri valori, ribaltare il nostro ordinamento giuridico, negare gli aspetti peculiari della nostra storia e cultura.
Tutt'altro. La conoscenza e il confronto con quanti hanno deciso di trasferirsi in Italia, con i loro figli e nipoti è un'occasione unica per arricchire e rafforzare i principi alla base del nostro sistema statuale. Per dare modo di aderire ancora di più a quanto sancito dalla Costituzione italiana e dalle Convenzioni internazionali. Questo dovrebbe rassicurarci. La storia, d'altronde, non la si ferma, così come non si arrestano i flussi migratori che comunque devono essere regolati.
La sfida di una nuova cittadinanza è per noi di grande interesse. Una cittadinanza che rispecchi la realtà di un Paese in cui 5 milioni di persone hanno origini straniere, che rispetti la loro diversità senza scardinare i nostri valori, che si scrolli di dosso l'attaccamento eccessivo al concetto - ottocentesco e superato - di nazione, e che sia in grado di prefigurare quello che sempre più accadrà: il mescolamento di culture diverse e la costruzione di un mondo davvero internazionale.
E allora ecco che questo processo non va ostacolato, ma capito e solo in parte regolamentato. Essere in piazza il Primo Marzo per noi significa chiedere una maggiore partecipazione dei cittadini stranieri alla vita pubblica e all'attività politica del nostro Paese, attraverso una più rapida acquisizione della cittadinanza per loro e per i loro figli, attraverso il diritto di voto amministrativo per gli immigrati regolari, attraverso l'impegno delle istituzioni a creare spazi e momenti di condivisione con gli italiani "di vecchia generazione".
Fondamentale anche modificare norme discriminanti legate al permesso di soggiorno, alla perdita del lavoro, alla condizione di clandestino, alla richiesta di regolarizzare la propria presenza in Italia, contenute nella Bossi-Fini e nel pacchetto sicurezza del 2009, ridurre la macchina burocratica che pesa come un macigno sulla vita degli immigrati, cambiare il meccanismo dei decreti flussi che ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza.
Quest'anno il tema unificante del Primo Marzo è il lavoro, che davvero travalica qualsiasi origine e appartenenza culturale. Riguarda sì gli immigrati, e in modo particolarmente urgente perché sono loro le prime vittime della crisi e perché la perdita del lavoro comporta anche quella del permesso di soggiorno. Coinvolge però tutti e la mancanza di garanzie, di tutele, la disoccupazione crescente - non solo tra i giovani - la precarietà imposta e sempre più diffusa dovrebbero preoccuparci davvero e indurci a una mobilitazione comune.

A Torino contro razzismo e sfruttamento

giovedì 24 febbraio 2011


Comunicato dell'Assemblea per il Primo Marzo a Torino.
"Il primo marzo sarà una giornata di sciopero e lotta, per mettere in luce la condizione del lavoro migrante.
Oggi i lavoratori e le lavoratrici immigrate sono i primi a subire le conseguenze della crisi, con tassi di disoccupazione vertiginosi, sia tra i regolari che tra gli irregolari. Il ricorso al lavoro nero e sottopagato è sempre più diffuso grazie a leggi razziali che impongono al lavoro migrante il ricatto della clandestinità.
Questa situazione colpisce tutti i lavoratori e le lavoratrici: quelli migranti, resi sempre più ricattabili, e quelli italiani, costretti a vedere una costante diminuzione del reddito.
Lo sciopero del 1 marzo deve vederci uniti nell'opporsi a queste politiche e nella costruzione di una solidarietà fatta di lotta e resistenza.
Scioperiamo e manifestiamo:
lottiamo contro la crisi
per il permesso di soggiorno per tutti/e, contro la sanatoria truffa, il decreto flussi, il permesso di soggiorno a punti e il test di italiano per i lungo-soggiornanti;
no al cie e alle leggi razziste
no allo sfruttamento e al lavoro nero;
no all'espulsione dei migranti che perdono il lavoro
per il lavoro, le cure sanitarie, la casa e l'istruzione per tutti/e
residenza per rifugiati e rifugiate
abbattiamo le frontiere per la libera circolazione di tutte e tutti
solidarietà con le lotte dei popoli del nord africa".

Martedì 1 marzo 2011
Corteo ore 17:00
fronte Stazione Porta Nuova

Assemblea per il 1 marzo - Torino

Bologna, dibattito verso il Primo Marzo

Lunedì 28/02 ore 17:30 Aula 2 via Zamboni 38 Bologna
Dibattito verso il primo marzo

Martedì 1 marzo 2011, Piazza Nettuno ore 15.30 - La formalizzazione dei tagli al mondo della formazione tramite la legge Gelmini, il ricatto generato dal modello Marchionne e le sempre peggiori condizioni di sfruttamento e restrizione della libertà dei migranti, ci consegnano oggi una situazione di crisi che riguarda tanto l'economia quanto i diritti e la democrazia sostanziale.
Per questo crediamo che il primo marzo rappresenti la possibilità di esprimere che lottare per la libertà dei migranti, costruire un'altra università, rifiutare l'annullamento dei diritti dei lavoratori e realizzare nuove forme di welfare rappresentano parti della stessa sfida di alternativa di uscita della crisi che è possibile agire attraverso la costruzione di un comune politico.
Di fronte alla creazione di possibili linee di fuga dalla povertà di chi sceglie di abbandonare il proprio paese, oggi l'Europa risponde con la costrizione dei suoi confini, con la creazione di strutture per il contenimento e i respingimenti, con un diritto d'asilo debole che limita fortemente la libertà di scelta dei migranti e con uno status giuridico che porta ad una condizione di sfruttamento e ricattabilità del migrante sempre più elemento strutturale del sistema economico.
Anche le forti rivendicazioni di libertà e di un futuro più dignitoso che nelle ultime settimane arrivano dal sud del Mediterraneo sembrano rappresentare per la governance italiana ed europea soltanto un'occasione per creare di nuovi centri di detenzione e intensificare il controllo sulla libertà dei migranti, nel pieno utilizzo di quella retorica del pericolo di invasione che già in passato ha facilitato l'attuazione di misure presentate come straordinarie e subito normalizzate.
Il primo marzo saremo in piazza con i migranti rivendicando lo sciopero generale e generalizzato perchè crediamo che un reddito garantito, la casa, l'accesso a saperi come una seconda lingua, non possano essere considerati parametri sui quali basare la permanenza sul territorio dei migranti, quanto piuttosto diritti dai quali partire per la costruzione di un futuro migliore per tutte e tutti.
Parteciperanno:
Matteo Rinaldini, Ricercatore dell'Università di Modena e Reggio Emilia
Manila Ricci, Associazione Rumori Sinistri, Lab. Paz Rimini
Alessandra Sciurba, Melting Pot
Neva Cocchi, Sportello migranti Tpo

SaDiR – Uniti contro la crisi

SAPERI DIRITTI REDDITO

Donne migranti verso il Primo Marzo

PER L’ACCECANTE VISIBILITA’ DELLE DONNE, CON LE DONNE MIGRANTI
Il 20 febbraio diverse donne migranti e italiane si sono incontrate a Bologna per ragionare insieme sul conquistare una visibilità verso lo sciopero e le manifestazioni del prossimo primo marzo, ma non solo.
Già l’anno scorso molte donne hanno scioperato e sono scese in piazza, accettando la sfida di mostrare che cosa succede se i migranti e le migranti che vivono in Italia decidono di incrociare le braccia per un giorno, e con loro tutti gli italiani e le italiane stanchi di vedere attaccati il loro lavoro e i loro diritti, stanchi del razzismo istituzionale.
Già l’anno scorso c’erano molte donne ma non quante avrebbero potuto, e soprattutto non quante avrebbero voluto esserci. Perché scioperare, determinare la propria presenza, far sentire la propria voce è per le donne, migranti e italiane, una doppia sfida.
L’assenza delle donne è determinata dal doppio incarico al quale sono costrette: il lavoro di cura e domestico (pagato o non pagato) e lo sfruttamento nei posti di lavoro che colpisce soprattutto le donne migranti.
Questa situazione, determinata da un sistema patriarcale (che non ha né cultura né nazione, né religione, ma che è universale) passa attraverso l’attacco quotidiano alle operaie della casa, alle mogli, alle lavoratrici isolate, e si articola in svariate maniere.
In Italia, la legge Bossi-Fini è lo strumento utilizzato per riaffermare, in forme sempre nuove e violente, il linguaggio del patriarcato. Una legge che colpisce due volte le donne migranti tramite il contratto di soggiorno per lavoro che le rende lavoratrici ricattabili (sia nelle fabbriche sia nelle case), sempre a rischio di diventare “clandestine”, di essere rinchiuse nei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE) ed espulse.
E ancora: la legge Bossi Fini rafforza il patriarcato che è nelle case perché le donne migranti che sono in Italia per ricongiungimento famigliare dipendono dal permesso di soggiorno del marito e per loro è difficile o impossibile – anche in assenza di supporti concreti – liberarsi dalla subordinazione o dalla violenza domestica che, come capita anche a moltissime donne italiane, spesso esercitano i mariti.
Inoltre la legge Bossi-Fini riproduce su scala transnazionale la divisione sessuale del lavoro riproduttivo. Il lavoro domestico e di cura è sempre destinato alle donne, migranti o italiane che siano, anche se una parte delle donne è riuscita a liberarsi almeno parzialmente da questo «destino domestico» pagando un’altra donna. Finché le donne migranti saranno riconosciute solo come «ruoli» (mogli, prostitute che possono riscattarsi solo come vittime, badanti e colf sulle quali si amministra il nuovo welfare privato, pagato dalle donne) la libertà di tutte le donne è sotto attacco.
Per questo è necessario oggi conquistare la parola e la visibilità politica delle donne, soprattutto di quelle migranti. Perché le migrazioni delle donne mettono in discussione le strutture sociali e patriarcali sia nei paesi di partenza sia in quelli di arrivo. Da questa potenza, oltre le reali difficoltà, dobbiamo muovere insieme il passo verso una presenza politica. Una presenza che ci faccia prendere e riprendere la parola!
A Bologna è stato chiaro che noi donne, migranti e italiane, non siamo più disposte ad accettare che il nostro sfruttamento e la nostra subordinazione siano giustificati da stati, culture, tradizioni o religioni. Non siamo più disposte ad accettare un antirazzismo neutro o il linguaggio politicamente corretto di un multiculturalismo che giustifica le aggressioni contro le donne che accadono all’interno delle comunità e delle famiglie. Criticare questa realtà non vuol dire fare una crociata razzista colpendo indiscriminatamente tutta le comunità migranti ma vuol dire criticare le pratiche patriarcali esercitate da uomini sia immigrati sia italiani. Vuol dire riaffermare una battaglia per la libertà delle donne, migranti e italiane.
Per questo chiamiamo il nostro sfruttamento e la nostra subordinazione (quelli imposti dalla legge Bossi-Fini e quelli raccontati come “tradizione”) con il loro vero nome: patriarcato.
Proponiamo alle donne, dentro e fuori il movimento dei migranti e antirazzista, a tutte coloro che stanno scendendo nelle piazze per affermare la propria libertà di donne contro un potere che si esercita prima di tutto sui loro corpi, di costruire una propria visibilità accanto alle donne migranti, prima di tutto nelle piazze del primo marzo.
Ma proponiamo di avviare un percorso di assemblee, a livello locale e nazionale, per far valere anche oltre il primo marzo la voce e la presenza delle donne, con le donne migranti. Perché la loro assenza dalle piazze è un silenzio assordante. Perché la visibilità che le donne si riprendono sarà accecante.
Le Donne del Coordinamento Migranti Bologna e Provincia.
Associazione Todo Cambia, Milano.
Associazione Trama di Terre, Imola.
Rete Intrecci: Associazione Donne in Cammino per la Famiglia, Forlì-Cesena; Associazione. Il Ventaglio, Bologna; Associazione ANNASSIM, Bologna; Associazione Che la Festa continui, Casalecchio (Bo); Associazione Donne del Mondo, Forlì-Cesena; Associazione UDI, Modena; Ass. Differenza Maternità, Modena, Ass. Donne in nero; Ass Vagabonde, Parma.


Per adesioni: migranda2011@gmail.com

Verrà il futuro e avrà i tuoi occhi

mercoledì 23 febbraio 2011

“Verrà domani e avrà i tuoi occhi. Frammenti di vita migrante dall’universo del lavoro in Italia”, questo il titolo del nuovo libro di racconti a più mani edito dalla casa editrice “Compagnia delle lettere”.
Protagonisti di questi percorsi di vita e di lavoro sono appunto gli stranieri, “testimoni di due mondi, vagabondi tra le culture” raccontati con originalità da scrittori italiani e migranti.
C’è il buttafuori senegalese che canta l’amore e la lontananza che uccide i rapporti, ovvero “l’eterna attesa di mogli e mariti, di figli e figlie”. C’è la prostituta dell'Est intrappolata nel cortocircuito della propria vita e c’è la badante ecuadoriana che proprio non ci sta a farsi mettere i piedi in testa. C’è lo scrittore del Burkina Faso ingannato da un editore senza scrupoli e c’è la bambina rom con le dita sporche di inchiostro che non si cancellerà. C’è l’ingegnere disoccupato che chiede l’elemosina.
Storie di pregiudizi, diritti calpestati e solitudini ma anche di ansie e paure condivise: "siamo tutti uguali, viviamo tutti con l’ansia di non capire più che lingua sta parlando l’altro, di cambiare troppo, di non parlare più la lingua di casa".
Racconti di: Julio Monteiro Martins, Giorgio Nardi, Christiana de Caldas Brito, Savina Dolores Massa, Michele Zizzari, Claudiléia Lemes Dias, Aurora Filiberto Hernandez, Paolo Piccoli, Lorenzo Mazzoni, Kathiusca Toala Olivares, Guergana Radeva, Irina Serban, Enrica Boffetta, Flore Murard-Yovanovitch, Ingy Mubiayi, Alfredo Chiatello, Cristina Sebastiani, Simone Silva, Antonia Piredda, Judicael Ouango Kiswendsida.
Il libro sarà in distribuzione a partire dal Primo Marzo 2011, in tutte le piazze italiane in cui si terrà la “Giornata senza di noi - Sciopero degli stranieri”, per rimarcare ancora una volta che senza il lavoro, spesso sfruttato e sottopagato, dei migranti, l'Italia sarebbe un paese condannato al declino.

Facce da Primo Marzo


Postate le vostre foto da antirazzista quì : IO CI METTO LA FACCIA E TU? 100.000 facce da antirazzista!!! oppure quì :NO RAZZISMO DAY o altrimenti mandatele per posta al seguente indirizzo : faccedaprimomarzo@gmail.com
Ogni 1000 foto inserite verrà creato un album multimediale, chiederemo alla stampa nazionale di sostenere il nostro impegno e pubblicare pagine e pagine di micro foto con tutte le nostre facce da Antirazzisti!! Un piccolo gesto, l'impegno quotidiano per qualche click, per un grande sforzo: per condannare il razzismo nel nostro paese, per diffondere ed affermare l'idea della mescolanza , del meticciato. Per proteggere una superiore idea di fratellanza dal sin troppo facile attacco di politici ambiziosi e privi di scrupoli, disposti ad adoperare strumentalmente i rigurgiti di un razzismo stolto e senza motivo alcuno.
- 1° ALBUM ANTIRAZZISTA
- 2° ALBUM ANTIRAZZISTA
- 3° ALBUM ANTIRAZZISTA
- 4° ALBUM ANTIRAZZSTA

Primo Marzo in Trentino

Anche quest'anno coloro che si sentono stranieri in un clima di razzismo, discriminazione ed esclusione andranno al lavoro portando un nastro giallo per marcare la propria presenza e per far riflettere: che cosa succederebbe se un giorno uniti gli immigrati e gli italiani uniti, stufi del razzismo istituzionale e sociale, non andassero a lavorare?
Si tratta di un'iniziativa simbolica per sottolineare l'importanza della lotta per la conquista dei diritti. Il vastissimo movimento per la democrazia che si è innescato in Tunisia per poi diffondersi in tutto il Nord-Africa (e oltre) è un formidabile esempio del fatto che opporsi all'ingiustizia, fino alla cacciata di despoti creduti invincibili, è possibile anche in condizioni estremamente difficili.
In questa situazione è importante dimostrare la propria solidarietà e vicinanza ai movimenti in lotta nel Nord-Africa, una solidarietà attiva e finalizzata a fornire informazioni di prima mano sugli avvenimenti, a denunciare i collegamenti esistenti tra le tirannie del Nord-Africa e i governi europei e a far emergere le violazioni dei diritti nel contesto del razzismo istituzionale italiano e trentino, che meriterebbero di essere oggetto di una piattaforma di rivendicazioni da portare avanti da quel movimento per i diritti civili e sul lavoro di cui tutti sentiamo la mancanza e per il quale sempre più persone stanno iniziando ad impegnarsi.
Martedì 1 marzo a Trento assemblea pubblica
Centro Sociale Bruno, Via Dogana 1, ore 20.00

•Testimonianze di prima mano sulla situazione nel Nord-Africa da parte del comitato dei tunisini di Trento.
•Interventi di donne ed uomini immigrati in Trentino per illustrare con esempi concreti le violazioni dei diritti in Trentino (negata assistenza sanitaria agli anziani ricongiunti, diritto alla casa e welfare, discriminazioni sul lavoro).
•Discussione di una piattaforma di lavoro e un calendario di iniziative per dare continuità e sempre maggiore forza al movimento antirazzista e contro la crisi in Trentino.
Altri appuntamenti in programma:

A Rovereto:
- 1° marzo in Piazza Loreto “Voci per la città aperta dalle ore 17 alle 18
- Venerdì 4 marzo ore 20.30 alla Sala della Filarmonica in Corso Rosmini si terrà un dibattito pubblico con esponenti della comunità algerina e tunisina e con alcuni avvocati dell'Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione (ASGI) sul tema “La lotta per i diritti – dal Nord-Africa all'Italia”.
- Mercoledì 23 marzo a Trento ore 20.30 presso la sala della circoscrizione S.Giuseppe – S.Chiara in via Perini 2, l'Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione (ASGI) invita ad un dibattito dal titolo: “Quando a discriminare è la legge, riflessioni su norme nazionali e locali che discriminano le persone straniere”.

Comitato Primo Marzo del Trentino
Coordinamento migranti

Palermo, la sottoscrizione per Noureddine

Palermo, oltre 10 mila euro alla famiglia dell’ambulante morto per le ustioni

Alla sottoscrizione hanno aderito diversi cittadini con contributi economici di varia entità. A Noureddine Adnane sarà dedicata la giornata del Primo Marzo
PALERMO – E’ arrivata ad oltre 10 mila euro la somma donata per sostenere la famiglia del giovane ambulante Noureddine Adnane che, per le gravissime ustioni riportate, è morto sabato scorso all’ospedale civico di Palermo. Il giovane, infatti, ha lasciato la moglie e la figlia in Marocco e alcuni fratelli ed il padre a Palermo. Alla sottoscrizione, lanciata nei giorni scorsi dal Ciss (cooperazione internazionale su sud) insieme a “Repubblica palermo” hanno aderito già diversi cittadini con contributi economici da varia entità. Fra i donatori istituzionali si sono distinti il presidente del senato Renato Schifani, Unicredit-Banco di Sicilia, il presidente della cooperativa “25 aprile” NinoTilotta. Intanto per lo sciopero nazionale del primo marzo, la manifestazione di Palermo sarà dedicata proprio al giovane marocchino ambulante di 27 anni.
“Il Comitato Primo Marzo di Palermo desidera esprimere la sua solidarietà alla famiglia di Noureddine – scrive il comitato - condividendo il suo dolore e facendo appello a tutte le forze del Paese affinché aiutino la comunità civile della nostra città a far emergere in tempi rapidi la verità su questo e su altri simili atti di sopruso e di razzismo istituzionale ai danni di nostri concittadini di origine straniera da parte di chi dovrebbe, al contrario, garantirne i diritti e la dignità nel lavoro”. (Redattore Sociale)

Uniti contro la crisi, per il 1° Marzo e oltre...

martedì 22 febbraio 2011

L'appello di Uniti contro la crisi.
L’assemblea di Reggio Emilia è per noi un punto di partenza.
Perché il ricatto della legge Bossi Fini, la violenza del confinamento e delle espulsioni, la politica del razzismo istituzionale e dei respingimenti, l’Europa dei confini e della mobilità imbrigliata, la ricetta con cui in questi anni è stata costruita la gerarchia delle nostre vite ed il modello di sviluppo che l’ha dominata, già le conosciamo e sono cosa vecchia. Sono un pezzo di quel mondo entrato in crisi che vuole uscirne ridisegnando un modello sociale ancora basato sull’autoritarismo e la negazione di diritti, di cui è invece venuto il momento di liberarsi.
Il nostro ordine del giorno oggi è scrivere il nuovo presente ed il nostro futuro e sappiamo che per farlo dobbiamo fare i conti con chi, ancora, vorrebbe riproporre nuove strategie di sfruttamento, nuove gerarchie della cittadinanza, nuove deroghe ai diritti, nuovi confini e confinamenti.
Il primo marzo e nei giorni che lo precederanno saremo in piazza ed in movimento con i migranti e per i loro ed i nostri diritti, con scioperi e mobilitazioni, per fare nostra questa sfida.

Vogliamo aggiungere anche la nostra voce a quella di tanti altri che in questi mesi hanno rivendicato dignità per il loro futuro.
Per questo il primo marzo saremo nelle tante piazze colorate di giallo di questo paese rivendicando lo SCIOPERO GENERALE e generalizzato, tappa per una marcia comune per la democrazia, della cittadinanza, per un nuovo welfare.
Le lotte di questi anni, insieme alla crisi che sta ridefinendo gli assetti politici e sociali di questo e di altri Paesi, hanno aperto un varco su cui innestare oggi, nell’immediato, conquiste e vertenze, come tasselli per l’affermazione di un nuovo statuto dei diritti.
Ci sono una infinità di condizioni diverse che ci dividono, ma abbiamo un comune da costruire insieme, un’ alternativa da disegnare uniti, migranti e non.
E conquistare la regolarizzazione permanente, ottenere giustizia dalla sanatoria truffa e dall’oscena lotteria dei decreti flussi e dei “click day”, liberarsi dal lavoro schiavistico e da una vita a punti, affermare il diritto all’apprendimento della lingua, mettersi in cammino per il diritto di voto e la cittadinanza piena nella società e nei luoghi di lavoro, piegare i confini dell’Europa e imporre un diritto d’asilo europeo, sono pezzi di questa alternativa, sono la nostra agenda, perché i diritti, o sono per tutti, o non sono per nessuno.
Di fronte agli sbarchi di questi giorni il Ministro Maroni ha invocato l’Europa: è il momento di scriverla insieme dal basso.
Noi diciamo WELCOME: ecco la nostra sfida, che sarà anche la nostra campagna nei prossimi mesi per raccogliere la sponda gettata da migliaia di giovani da una parte all’altra del Mediterraneo. E’ un appello che rivolgiamo a tutti, da Sud a Nord, da Lampedusa a Gradisca d’Isonzo, dalla Frontiera mediterranea a quella che ci porta verso l’Europa di Schengen e di Dublino. Mettiamoci in rete, costruiamo iniziative per rivendicare la libertà di circolazione, cancellare gli accordi con i dittatori, dare forma ad un diritto d’asilo Europeo, per opporci alla detenzione ed al confinamento di chi, dal Sud del Mediterraneo, ha violato il potere dei regimi e dei confini, ma anche alle gabbie (Dublino-Schengen) che impediscono la mobilità all’interno della stessa Europa.
Costruiamo insieme questa campagna per il diritto di scelta. Mettiamoci insieme in movimento.

Assemblea di Reggio Emilia. Uniti contro la crisi.

Pordenone contro la crisi e i licenziamenti etnici

L'appello del comitato Primo Marzo di Pordenone.

«Questa crisi è piena di ricatti ed ingiustizie. E non c’è ricatto più pericoloso in questo momento di quello che ci divide, ci separa, ognuno impegnato a risolvere da sé la sua condizione, sia essa imposta da un super-manager, dai tagli di una riforma, o dall’ingiustizia di una sanatoria truffa. Non c'è ricatto più pericoloso che, come fa il leghista Narduzzi – Capogruppo in Consiglio Regionale, proporre un licenziamento etnico per la ristrutturazione della Electrolux: via prima i lavoratori stranieri!
Certo, ognuno di noi vive una condizione diversa, particolare, da cui liberarsi.
Per anni quella dei migranti ci ha raccontato la storia di un ricatto costruito sulla vita e sulla morte di migliaia di persone, che minacciava di estendersi a tutti.
Oggi, guardandoci intorno, ci accorgiamo che il ricatto della crisi e della precarietà sono già il mare in cui tutti noi siamo immersi, ma soprattutto la comune sfida quotidiana da affrontare insieme.
IL PRIMO MARZO SARA’ UN’OCCASIONE PER FARLO: E NOI CI SAREMO!
Sarà l’occasione per ridare forza alle battaglie per la dignità, per il diritto di restare dove si è scelto di vivere, per il diritto a non migrare forzatamente, come dal Maghreb fino al cuore dell’Europa, stanno affermando milioni di persone: le migliaia di ricercatori non più disposti a fuggire, le migliaia di operai non più disposti a tacere, le migliaia di migranti che qui hanno scelto di vivere non disposti ad andarsene.
Per affermare il nostro orizzonte: il diritto di scelta, di decidere del nostro futuro.
I terreni su cui confrontarci sono molti, a partire dalle istanze poste con la sanatoria e per la regolarizzazione permanente, dalle contraddizioni aperte dalle direttive europee alla violenza della detenzione e dei respingimenti, dalla spinta a liberarsi dalla schiavitù e dallo sfruttamento del lavoro nero e sottopagato, alla battaglia contro i nuovi ostacoli proposti dall’accordo di integrazione e dalle norme che trasformano l’apprendimento della lingua da diritto a dispositivo di esclusione.
Il 1° marzo, vogliamo ritrovarci per cercare insieme la strada da percorrere, per tracciare insieme un orizzonte ed il cammino per raggiungerlo. Per confrontarci con le enormi trasformazioni in corso e le immediate istanze su cui misurarci, indisponibili a cedere al ricatto della divisione di chi ci chiede di barattare i nostri diritti o quelli di altri in cambio di un povero futuro.
Uniti contro la crisi, uniti contro il razzismo e lo sfruttamento
. Martedì 1° Marzo 2011 ore 20.30, Seminario sul lavoro, via Canaletto 4 (c/o Csv) Pordenone.

con le organizzazioni sindacali, le associazioni di categoria per affermare il diritto al lavoro per tutti».

Primo marzo 2010, strada interna san michele 1/B - Sacile

L'appello di Imola

Siamo immigrati, seconde generazioni e italiani, uomini e donne, accomunati dal rifiuto del razzismo, dell'intolleranza e della chiusura che caratterizzano il presente italiano. Siamo consapevoli dell'importanza sociale, economica e culturale dell'immigrazione e siamo indignati per le campagne denigratorie e xenofobe che, in questi ultimi anni, hanno portato all'approvazione di leggi e ordinanze lontane dallo spirito della Costituzione italiana.
Condanniamo e rifiutiamo gli stereotipi e i linguaggi discriminatori, il razzismo di ogni tipo e, in particolare, quello istituzionale, l'utilizzo strumentale del richiamo alle radici culturali e della religione per giustificare politiche, locali e nazionali, di rifiuto ed esclusione dai diritti.
Ricordiamo che la storia umana è sempre stata storia di migrazioni senza le quali nessun processo di civilizzazione e costruzione delle culture avrebbe avuto luogo. La violazione dei diritti fondamentali dei migranti danneggia e offende la società nel suo complesso e non solo le singole persone colpite.
La rappresentazione degli immigrati come una massa informe di parassiti o un bacino inesauribile di forza lavoro da sfruttare legittima comportamenti eticamente inaccettabili, irrazionali e violenti. La maggioranza degli immigrati presenti in Italia lavora duramente e svolge funzioni essenziali per la tenuta di una società complessa e articolata come quella italiana e sono quindi parte integrante dell'Italia di oggi.
Non c’è futuro se viene alimentata la contrapposizione tra «noi» e «loro» , «autoctoni» e «stranieri». Solo la consapevolezza che oggi siamo «insieme», vecchi e nuovi cittadini impegnati a mandare avanti il Paese può garantire un futuro di giustizia sociale. Vogliamo quindi che finisca, qui e ora, la politica dei due pesi e delle due misure, nelle leggi e nell'agire delle persone.
Il 1° marzo 2010 ci sarà una manifestazione nonviolenta in molte città d’Italia.
Per sottolineare l’importanza del lavoro migrante vi chiediamo di partecipare a questa giornata:
- Astenendovi dal lavoro
- Indossando un nastro giallo al braccio (il giallo è stato scelto come colore di questa giornata)
Vi invitiamo ad essere presenti alla manifestazione di Martedì 1° marzo 2011, ore 17 ritrovo in Piazza Medaglie d'Oro, Imola.

Anche a Napoli una piazza Tahrir!

Il Forum Antirazzista e la Rete per il Primo Marzo di Napoli promuovono martedì 22 febbraio (alle ore 18, c/o la città del Sole di via Giuseppe Maffei, traversa di vico San Gregorio Armeno) un'assemblea per costruire la mobilitazione del Primo Marzo 2011 contro l'apartheid e il razzismo istituzionale.
Lo scorso Primo Marzo oltre 300mila persone si sono mobilitate in tutta Italia per dire no al razzismo, alla legge Bossi-Fini, al lavoro in nero, al pacchetto sicurezza, ai CIE e sì invece ai diritti di cittadinanza. In molte città i lavoratori migranti si sono mobilitati e spesso a...nche astenuti dal lavoro, uniti dalla consapevolezza che razzismo istituzionale, politiche di esclusione, sfruttamento del lavoro, violazioni dei diritti sono tasselli di un’unica strategia repressiva che, a partire dai più deboli e inermi, aspira a colpire tutti e a imporre la precarietà come orizzonte di vita a tutta la società. "24h.senza di noi" è diventato perciò lo slogan per inceppare almeno per un giorno la macchina dello sfruttamento e rivendicare una svolta radicale!
Napoli è una delle città che ha visto la mobilitazione più imponente, con oltre ventimila persone, grazie al contributo di tantissime realtà dell'antirazzismo, comunità e gruppi di migranti.
Purtroppo gli obiettivi di quella mobilitazione sono ancora del tutto attuali, perchè continua l'apartheid di Stato e la repressione di migranti e rifugiati come dimostra la condizione di centinaia di migliaia di immigrati ancora senza permesso di soggiorno, la tragica morte di quattro bambini rom nelle baraccopoli in cui sono emarginati e le stesse speculazioni politiche sugli ultimi arrivi di migranti dalla Tunisia.
Però proprio le piazze del Sud del Mediterraneo, dalla Tunisia all'Egitto, allo Yemen, alla Libia ci stanno dimostrando che i popoli possono ancora combattere e sconfiggere la tirannia e l'ingiustizia sociale. Dentro la crisi economica globale corre il vento delle lotte sociali, della dignità e della libertà.
Il primo marzo parla perciò sia ai migranti che agli "autoctoni":
Costruiamo anche a Napoli la nostra piazza Tahrir!

Da Palazzo San Gervasio, a proposito di Noureddine...

lunedì 21 febbraio 2011

Palazzo San Gervasio è un piccolo comune della Basilicata che ogni anno, in un preciso periodo dell'anno, si riempie di lavoratori stagionali immigrati, che vengono impiegati nella raccolta del pomodoro. Palazzo San Gervasio è una delle tante Rosarno disseminate per la Penisola.
Anche a Palazzo San Gervasio si sta organizzando il Primo Marzo. Dall'associazione Michele Mancino e dall'Osservatorio Migranti della Basilicata, due realtà che in quasi totale solitudine lavorano con e per i migranti da queste parti, abbiamo ricevuto questo racconto. Ci sono molte Rosarno in Italia, ci sono molti Noureddine.
«Nabir, così lo chiamavamo, è in Italia da 7 anni, vive a Palazzo San
Gervasio dal 2007 ha lavorato p/o diverse aziende in agricoltura e in
edilizia oltre a prestare le sue braccia per piccoli lavori saltuari
nelle attività più varie. Pur lavorando in modo continuativo non è mai
riuscito a regolarizzarsi con un datore di lavoro. L’OMB lo ha
conosciuto tanti anni fa, aveva una benda che gli fasciava la testa e
che evidentemente copriva una brutta ferita. Lui ci aveva detto che
quella ferita era dovuta ad una lite scoppiata perché aveva denunciato
ala stampa il sistema del caporalato che interessa la raccolta dei
pomodori. Lo abbiamo conosciuto assieme a “Pellegrino” un altro
tunisino che da poco era stato vittima di una retata fatta in una
azienda agricola e che per non avere i documenti in regola era stato
rinchiuso al CPT di Bari. Pellegrino in realtà il Permesso di
Soggiorno gli era scaduto e non riuscendo a trovare lavoro nei sei
mesi concessi dalla Bossi Fini non poteva più soggiornare sul suolo
italiano. Lo scorso giovedì, subito dopo la notifica di espulsione, esprimeva il
proprio stato di grave disagio li veniva proposta la prospettiva di
Ritorno in Patria (Tunisia) attraverso il progetto NIRVA, possibilità
che comunque egli non poteva usufruire perché privo dello status di
rifugiato politico o vittima di tortura e violenza. Non è nelle sue
intenzioni rientrare in Patria anche perché come tutti sanno in questo
momento dalla Tunisia molti fuggono proprio in Italia a Lampedusa.
Nabir diceva di essersi rivolto a tutti per poter trovare una
soluzione a questo decreto di espulsione emesso nei suoi confronti,
senza esito, minacciava quindi di voler compiere questo gesto di
autolesionismo dandosi fuoco in piazza. L’indomani quando I
carabinieri sono andati a prelevarlo dalla sua abitazione ha tentato
di compere quel gesto premeditato, stando alla cronaca vedi articoli
pubblicati sulla Nuova del Sud e sulla Gazzetta del Mezzogiorno,
fortunatamente non è riuscito nel suo intento di autolesionismo
estremo. Temiamo che possa reiterare in carcere tale gesto.
Il nostro sportello legale si sta occupando del caso, non neghiamo
ancora una volta che il tutto sarà finanziato dalla nostra
associazione, per cui chiediamo a chi ci segue di aiutarci nella
raccolta fondi, affinché tutti gli uomini e donne nel nostro Paese
possano avere una giustizia giusta».

Bologna senza permesso, resoconto della giornata

Riceviamo dal Coordinamento Migranti di Bologna e pubblichiamo con molto piacere. A questo link è possibile vedere le immagini relative alla giornata.
«Si è svolta ieri la Giornata Senza Permesso, organizzata dal Coordinamento Migranti Bologna e provincia per discutere delle lotte dei migranti e lanciare la mobilitazione verso il primo marzo 2011. Oltre trecento persone hanno partecipato nel corso della giornata, iniziando ad arrivare fin dal mattino quando uno spettacolo per bambini ha aperto di fatto l'iniziativa. Prima del pranzo, sono stati proiettati video e immagini dello scorso primo marzo a Bologna e della manifestazione del 13 novembre, quando ancora una volta in migliaia, migranti e italiani insieme, abbiamo manifestato contro la legge Bossi-Fini e il razzismo istituzionale, per i diritti di tutte e tutti. Oltre a questi, sono stati proiettati alcuni contributi sulle lotte in Nord Africa, una situazione poi tornata in molti momenti della giornata. Non solo perché molti migranti provengono da quei paesi, ma perché da quelle lotte viene una grande spinta per fare di questo primo marzo una giornata di libertà. Molti di questi paesi sono responsabili tanto come l'Italia e l'Unione Europea delle politiche transnazionali sulle migrazioni, i cosiddetti accordi di riammissione si basano su dittatori pronti a reprimere i migranti e respingerli nei centri di detenzione per conto dell'Unione Europea e, nel caso della Libia - ultimo paese ad infiammarsi - soprattutto dell'Italia. Non è un caso dunque che non appena si sono liberati da Ben Ali molti dalla Tunisia stanno tentando di raggiungere l'Europa. Il silenzio e la connivenza di oggi del governo italiano nei confronti prima di Ben Ali e poi dei massacri compiuti in Libia è l'altra faccia della repressione dei migranti portata avanti brutalmente in questi anni con l'appoggio dei governi italiani.
Dopo un'interruzione per il pranzo con il cous-cous tunisino (ribattezzato cous-cous della libertà dopo la cacciata del dittatore Ben Ali e il riso senegalese) decine di studenti di istituti bolognesi hanno animato un'assemblea su migranti e formazione e deciso di moblitarsi verso il 1 marzo, riconoscendo nella vicenda delle scuole Fioravanti un elemento centrale sia per la discussione che per la mobilitazione. Nel frattempo, in un fuori programma le donne discutono della legge Bossi-Fini e di affermare la loro visibilità nell'ambito del primo marzo e del movimento dei migranti e antirazzista. Decine di persone, tra le cento e le centocinquanta a seconda dei momenti, hanno poi partecipato all'assemblea generale di lancio del 1 marzo bolognese, dove si è però discusso delle prospettive generali del movimento dei migranti a partire dalle lotte dello scorso anno. Quelle stesse lotte che in tanti hanno appoggiato per poi oggi vedere con sospetto lo sciopero del primo marzo, evocando scioperi "etnici", come se scioperare contro la Bossi-Fini fosse una questione corporativa. Ieri è stato invece ribadito che i migranti hanno qualcosa da dire e da chiedere a tutto il movimento: il razzismo istituzionale non è un nemico tra tanti, ma una sfida discriminante per tutte le lotte, un'ipoteca che tutti devono respingere. La libertà di movimento, la fine del ricatto della Bossi-Fini, la regolarizzazione di tutti coloro che hanno lottato contro la sanatoria truffa sono punti che non possono essere ignorati. Di questo ci hanno parlato Jimmy dell'Associazione Diritti per Tutti di Brescia, uno dei protagonisti diretti della lotta della gru, egiziano. Jimmy ha raccontanto che la lotta iniziata a Brescia continua, e si tratta di una lotta per i diritti per tutti, ma ci ha anche ricordato che a piazza Tahrir, al Cairo, erano migliaia i migranti, provenienti da tutta l'Africa, che si sono uniti alle lotte contro il regime di Mubarak. Sono poi intervenuti Edda e Jorge degli Immigrati Autorganizzati di Milano, testimoni della lotta della torre di via Imbonati, Imdadul del Coordinamento Migranti Basso Mantovano che ha ricordato come il ricatto contro i migranti attuato dalla Bossi-Fini è stato il punto di partenza per cercare di imporre a tutti, oggi, precarietà e riduzione dei diritti come a Mirafiori, il Comitato NoPacchetto Sicurezza di Reggio Emilia che ha spiegato il percorso verso lo sciopero a Reggio Emilia, collettivi universitari bolognesi e numerosi altri.
Proprio lo sciopero è stato l'argomento verso questo primo marzo, un modo per affermare in modo ancora più forte queste rivendicazionii e per far capire che la condizione migrante investe tutto il lavoro e l'intera sfera dei diritti. E' dunque vero che senza i migranti sono possibili solo lotte parziali, e che il primo marzo è una sfida lanciata a tutte e tutti coloro che vogliono lottare contro i ricatti, per i diritti e la libertà di tutte e tutti. A Bologna la mobilitazione prosegue in questi giorni sia nelle scuole che nei posti di lavoro VERSO LO SCIOPERO: uno sciopero diverso, politico e precario, capace di coinvolgere tutte e tutti. La giornata si è chiusa, dopo un'anteprima nel pomeriggio, con il concerto del laboratorio hip-hop On The Move, che sarà in piazza il 1 marzo».
Nel corso della giornata è stato ricordato Noureddine, lavoratore ambulate marocchino morto a Palermo dopo essersi dato fuoco per protesta contro le ingiustizie che subiva. Un gesto simile a quelli che hanno datto il via alla rivolta tunisina. A Palermo il primo marzo sarà dedicato a Noureddine, dalla Giornata senza Permesso parte un segnale affinché la memoria di Noureddine, la sua protesta, spingano tutti ad essere determinati per la riuscita del primo marzo.
MARTEDI' PRIMO MARZO
SCIOPERO E MOBILITAZIONE DEL LAVORO MIGRANTE
CONTRO LA LEGGE BOSSI-FINI
PRESIDIO PIAZZA NETTUNO - BOLOGNA
a partire dalle
ORE 15.30