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Di nuovo tutti in giallo, a Milano, questo sabato pomeriggio

sabato 5 giugno 2010

Sabato 5 giugno a Milano
In piazza contro la “sanatoria truffa”

Per il prolungamento della durata del permesso di soggiorno per chi ha perso il lavoro.
Per la concessione del permesso di soggiorno a coloro che hanno fatto domanda di emersione nella sanatoria 2009, a prescindere dal fatto che abbiano ricevuto o meno precedenti fogli di via per essere stati fermati e trovati senza permesso di soggiorno.
Per la concessione del permesso di soggiorno a chi è costretto a lavorare in nero.
Per l’abolizione del reato di clandestinità.

Con queste richieste il Primo Marzo, insieme e in sostegno al Comitato nazionale Immigrati, organizza una manifestazione di protesta contro la “sanatoria truffa”: in nessun altro modo infatti può essere definita una sanatoria che, in corso d’opera e a sorpresa, cambia le regole ed esclude una gran parte dei richiedenti e, precisamente, i lavoratori immigrati a cui è stato comminato più di un foglio di via.

Tutto questo ha il sapore di una storia di legalità punita .

L’appuntamento è per sabato 5 giugno a Milano. Ritrovo in piazza Cordusio alle ore 15.

Oltre che a Milano, il Primo Marzo manifesterà a Trieste, a Massa Carrara e nelle altre città italiane nelle quali si sono verificati i casi di rigetto della domanda di permesso di soggiorno.

Con l’ultima “sanatoria per colf e badanti” del 2009, infatti, poteva uscire dall’illegalità chi, senza permesso di soggiorno, lavorava nelle nostre case o assisteva i nostri anziani, discriminando e lasciando costretti allo sfruttamento e alla clandestinità i dipendenti dell’industria, dell’agricoltura e di ogni altro settore.
Di fronte all'apertura di un percorso di legalità, centinaia di migliaia di lavoratori stranieri e datori di lavoro italiani sono “emersi”, riempiendo moduli e dichiarazioni con le proprie generalità e pagando quanto dovuto (nelle casse dello Stato sono entrati 154 milioni di euro).
Nel marzo del 2010, però, è stata diramata una “circolare interpretativa” del Capo della Polizia: è vero, vi si è sostenuto, che la sanatoria regolarizza i clandestini, purché però gli interessati non siano “troppo” clandestini; via libera, quindi, alla regolarizzazione di coloro che hanno ricevuto un solo foglio di via; niente da fare invece per coloro che di decreti di espulsione ne hanno ricevuto più di uno.
Anche se sono emersi, anche se quanto dovuto è stato pagato, anche se hanno un lavoro, una casa, una identità: la disobbedienza all'ordine di espulsione ripetuta più volte (considerata reato penale dalla legge Bossi-Fini) equivarrebbe, come gravità, a reati che la legge prevede come ostativi alla regolarizzazione quali, ad esempio, l’espulsione per gravi ragioni di ordine pubblico e sicurezza, truffa, fabbricazione di esplosivi, furto aggravato, lesione personale etc.
Chi è rimasto a vivere nel nostro Paese senza un documento di soggiorno viene oggi messo sullo stesso piano di consumati criminali.
Lo scopo della norma era proprio quella di regolarizzare chi era rimasto senza documenti di soggiorno. Oggi, dunque, lo Stato smentisce se stesso: prima invita le persone ad autodenunciarsi e a versare tasse, con la promessa di legalità, poi cambia in corsa le regole e le espelle.