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Le tre giornate di Gorée. Il resoconto di Dante e Daniele

sabato 5 febbraio 2011

(testo di Dante Farricella e daniele Frigerio, foto di Dante Farricella)

Primo giorno Duecento partecipanti, molti di più di quanti erano previsti, da tutti i continenti anche se la maggior parte dall'Africa e dall'Europa. Nell'isola di Gorée... a due passi dalla casa degli schiavi, per discutere e approvare la carta mondiale dei migranti.
Ospitati nel Centro intitolato Boubacar Joseph Ndiaye, per più di quarant'anni conservatore della “casa degli schiavi” luogo da dove nel corso di tre secoli milioni di africani sono stati strappati dalla loro terra per essere imbarcati e trasportati come lavoratori nelle piantagioni di zucchero, cotone e caffè.
Luogo dove l'umanità è stata confiscata e che è diventata, in questi tre giorni, il luogo del ritorno all'umanità. I lavori del Forum sono stati aperti dalla sindaco aggiunto di Gorée, Mme Annie Jouga, dal giornalista austriaco Leo Gabriel, e dal cordinatore della carta mondiale Jelloul Ben Hamida.La signora Jouga ha sottolineato l'importanza di un convegno come questo proprio a Gorée dove una cittadinanza aperta si impegna per fare di quest'isola, santuario dell'umanità un luogo di accoglienza. Tutti sono a casa loro a Gorée perché Gorée non è solo un territorio ma un modo di essere che può essere condiviso da tutti, nativi e no! A Gorée tutti i cittadini sono uguali, tutti partecipano alla vita politica e sociale. La giunta è stata formata non sulla base delle appartenenze partitiche, ma sulla condivisione dei progetti di sviluppo e vede la rappresentanza paritaria di uomini e donne.
Leo Gabriel ha tracciato il parallelo tra la carta dei diritti dell'indigeno e il documento che viene portato all'approvazione dei migranti: Gorée è solo l'inizio di un percorso che deve arrivare a far approvare questa carta dalle Nazioni Unite com'è stato per la carta degli indigeni, sotto la spinta, delle celebrazioni per i 500 anni della scoperta delle Americhe. Collegato agli sforzi per nuove regole di salvaguardia dell'ambiente, anche questo documento concorre a far crescere l'idea che il mondo deve essere per la vita e non per lo sfruttamento. Jelloul Ben Hamida ha presentato il percorso che, dal 2006, per iniziativa dei sans-papier di Marsiglia, ha coinvolto 10.000 persone in diversi incontri in quattro continentii, Africa, America, Asia e Europa. 54.000 i contributi via mail. Questo lavoro di scrittura collettiva ha permesso l'elaborazione di 4 bozze, una per ciascun continente, che sono confluite nel testo unico presentato all'assemblea di Gorée per lettura e approvazione.
Secondo giorno Questa giornata è stata dedicata alla discussione della bozza... una giornata di lavoro intenso che si è prolungato fino a tarda sera, con un ampio confronto, talvolta anche aspro, ma che è sempre stato costruttivo... alla fine canti e balli di tutti. Un ruolo importante da parte della portavoce e coordinatrice del Primo Marzo,Cècile Kasheu Kyenge che, senza averlo preventivato, si è trovata al tavolo della presidenza, incaricata di moderare la seduta del pomeriggio fino alla conclusione del dibattito assembleare, permettendo di fatto che il dibattito arrivasse alla sua conclusione e producendo così il risultato che tutti auspicavano: l'approvazione della carta.
Terzo giorno Il terzo giorno, rispettando il metodo della scrittura collettiva, si è concluso il dibattito per la modifica della carta aggiungendo cinque punti nuovi su: sanità, giustizia, acqua e alimentazione, protezione dei minori, portatori di handicap. Al termine si è data lettura del documento che è stato approvato con canti, applausi, esultazioni di gioia.
Questo testo non è il frutto di un consenso tra organizzazioni ma del concorso individuale dei singoli migranti che ovviamente provengono da gruppi di migranti che già avevano partecipato al percorso. Si è considerato in questo la ricchezza della carta e il presupposto per una sua ulteriore diffusione tra la gente migrante che potrà sempre riconoscervisi e sentirsi implicata in un processo di trasformazione della vita che parte e si costruisce dal basso. Si è scelto inoltre di non dare alcuna numerazione ai diversi punti, poiche la carta è essenzialmente una dichiarazione di principi ed intenti da considerare come un tutt'uno in tutte le sue parti e portatrice di un progetto che va oltre la lettera.
Come Primo marzo abbiamo partecipato all'elaborazione della carta mondiale dei migranti con l'incontro di Milano in ottobre 2010, incontro al quale hanno partecipato trenta migranti rappresentanti di quattordici nazionalità di cui due terzi donne. Consideriamo perciò questa carta anche nostra e ne proporremo la diffusione durante l'ormai imminente giornata del primo marzo 2011.
Per vedere l'intero reportage da Gorée, cliccare qui.

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