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AIAB aderisce allo sciopero del 1° marzo, per spezzare il filo “giallo” della disperazione

sabato 30 gennaio 2010

Nel silenzio dei media e dell’opposizione, il Senato della nostra Repubblica, ha stralciato ieri l'articolo che conteneva la delega al governo per l'attuazione della Direttiva 2009/52/CE. Direttiva che introduce in Europa norme minime e a tutela dei lavoratori di paesi terzi irregolarmente soggiornanti e sanzioni per i datori di lavoro che sfruttano tali condizioni. E introduce, tra l’altro, la possibilità del rilascio di un permesso di soggiorno temporaneo a favore dei lavoratori extracomunitari. “Un ennesimo atto di miopia, - secondo Lillo Alaimo Di Loro, vicepresidente Aiab - ma soprattutto un’ulteriore occasione mancata di aprire con i fatti il costruttivo e necessario dialogo verso una la futura società della comprensione”.

Anche per questo, l’Associazione Italiana Agricoltura Biologica aderisce allo sciopero degli immigrati, che si svolgerà il primo marzo 2010, e apre una mobilitazione generale da nord a sud, per partecipare alla giornata e invitare riflettere su cosa sarebbe la società senza i migranti, ma sopratutto senza la solidarietà, l'umanità e la ragionevolezza, proprie delle società civili.
Una realtà, quella dei migranti, che in Italia interessa oltre 4 e mezzo di lavoratori stranieri. Un grande situazione di disagio che lega a filo doppio la società all'agricoltura e ai suoi modelli dominanti. Pericolosamente adagiati, in Italia e nel mondo, sul sistema agro-alimentare che ha generato la scomparsa di milioni di “fattorie”, accelerato il processo di desertificazione e costretto intere popolazioni alla povertà e all'emigrazione.
“Ma sciuperemmo una grande opportunità - dice Di Loro - se pensassimo che il primo marzo debba essere solo un semplice esercizio di solidarietà o di umanità. E non un'occasione per “ripensarci” come elementi di una società senza frontiere culturali, basata sul valore condiviso della giustizia sociale. C'è infatti un unico filo che unisce i “fatti di Rosarno”, la “guerra del pane” (condotta a suon di trattori degli agricoltori meridionali ) e la “protesta dei lavoratori dell'indotto Fiat di Termine Imerese” (operai della Delivery Mail- ditta delle pulizie ) che mentre scriviamo, sono barricati sul tetto di un capannone per difendere il loro diritto al lavoro. È il filo “giallo” della disperazione”.


Lorenzo Misuraca
Ufficio Stampa AIAB

1 commenti:

circolo PD centrostorico Trento ha detto...

Il Circolo del PD del Centrostorico di Trento ha deciso con grande convinzione di aderire a questa necessaria manifestazione.

26 febbraio 2010 alle ore 09:12

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